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Ascoli, La figura spesso poco conosciuta del Console Onorario: il parere dell’ascolano Roberto Galanti rappresentante della Moldova in Italia

Ecco un’analisi sull’importanza strategica dei consoli onorari, ovvero coloro che rivestono l’incarico di console onorario in un determinato territorio. Il ragionamento può essere declinato in vari ambiti (economico, culturale, diplomático, consolare, territoriale).

Sayonara Tortoreto

Funzioni principali:
I consoli onorari sono figure che operano a titolo onorifico (cioè senza compensi) per uno Stato estero, nella circoscrizione in cui sono nominati. Ad esempio, per l’Italia la circolare che spiega la disciplina degli «Uffici consolari onorari» lo chiarisce.

Le funzioni dei Consoli Onorari includono:
Rappresentare lo Stato di invio nel territorio della circoscrizione (nella misura delle funzioni attribuite).
Assistere i cittadini dello Stato che rappresentano, in particolare in aree dove non è presente un consolato di carriera.
Promuovere relazioni economiche, commerciali, culturali, scientifiche tra lo Stato di invio e il territorio di competenza.
Facilitare il dialogo interculturale, la cooperazione territoriale e l’integrazione delle comunità del Paese rappresentato.

Perché sono strategici.
Ecco i motivi per cui il ruolo del Console Onorario assume una valenza strategica:

  1. Copertura territoriale capillare
    – In molti casi lo Stato di invio non può avere un consolato di carriera in ogni città o regione. Il console onorario copre queste “zone apparentemente secondarie”.
    – Questo permette una presenza locale concreta, anche in aree “remote” o con minore densità di cittadini del Paese rappresentato.
  2. Connessione con il territorio locale
    – Spesso il console onorario è residente nel territorio, conosce la realtà locale, ha contatti con autorità, col tessuto economico, sociale e culturale del luogo.
    – Questo “ponte” tra lo Stato rappresentato e la comunità locale è molto utile per capire esigenze, opportunità e per rendere più efficace la promozione degli interessi dello Stato di invio.
  3. Strumento di promozione economica e commerciale
    – Lo Stato di invio può utilizzare la rete dei consoli onorari per identificare opportunità di investimento, esportazione, turismo, per rafforzare la presenza nel territorio. Esempio: per la Lettonia in Italia è stato rilevato che i consoli onorari “sono uno strumento idoneo per rafforzare le relazioni economiche bilaterali, attrarre investimenti, promuovere le esportazioni e rafforzare il turismo”.
    – Inoltre, possono monitorare opportunità commerciali e servire da punto di contatto per operatori economici locali.
  4. Supporto consolare e protezione dei cittadini
    – Aiutano i cittadini del Paese che rappresentano in casi di difficoltà, anche in aree dove la rappresentanza è limitata.
    – Ciò ha rilievo anche dal punto di vista della “sicurezza economica” e della “resilienza” di cui si parlava nel caso letone.
  5. Diplomazia di prossimità e cooperazione territoriale
    – Non solo relazioni tra Stati, ma anche tra territori, città, istituzioni locali: gemellaggi, iniziative culturali, scientifiche, educative. Ad esempio: “gemellaggio tra Palermo e Vilnius” citato nell’esperienza di un console onorario.
    – Questa dimensione “territoriale” rende il ruolo strategico nel mondo della globalizzazione e della “micro-diplomazia” locale.

6-Flessibilità e costo contenuto
– Poiché sono figure non di carriera diplomatico-consolare, lo Stato di invio può estendere la propria rete con costi decisamente inferiori rispetto all’invio di un console di carriera. Ciò consente maggiore diffusione e presenza “diffusa”.

Limiti e punti critici:
Nonostante l’importanza, ci sono anche limiti da considerare:
Le funzioni degli uffici consolari onorari sono limitati nel numero e nell’ambito. Non tutte le competenze di un consolato di carriera spettano a un onorario.
Essendo spesso persone locali con altri impegni professionali, può esserci variabilità nella qualità del servizio e nella capacità di intervenire tempestivamente.
La rappresentatività dello Stato che “invia” può essere meno “visibile” rispetto a una sede di carriera, e la figura può essere meno conosciuta.
Il ruolo è “onorario”, quindi l’ufficio spesso non dispone di grandi strutture o risorse proprie, il che potrebbe limitarne eventualmente l’efficacia operativa.

Un esempio concreto.
Per rendere tutto più concreto:
“nel caso della presenza Moldava in Italia, dice il Console Onorario Roberto Galanti, gli Ambasciatori, che ho avuto l’onore di conoscere, hanno sempre affermato che la rete dei Consoli Onorari rappresenta uno strumento strategico per rafforzare le relazioni economiche bilaterali, attrarre investimenti, promuovere le esportazioni e il turismo.
In Italia, la Federazione dei diplomatici e Consoli esteri in Italia ( FE.N.CO) della quale, da pochi mesi sono Consigliere Nazionale, prosegue Galanti, dichiara che i consoli onorari sono chiamati “a promuovere sempre più strette e proficue relazioni tra Stati” anche mediante la rappresentanza nella circoscrizione di competenza e la promozione culturale, economica e sociale”.

Implicazioni strategiche per i territori.
Dal punto di vista di un territorio (ad esempio una regione, una città italiana che ospita un console onorario di uno Stato estero), ci sono vantaggi potenziali:
-Maggiore visibilità internazionale per il territorio: la figura del console onorario può facilitare l’apertura verso nuovi mercati, relazioni, eventi.
-Possibilità di collegamenti diretti con lo Stato rappresentato, favorendo progetti congiunti, gemellaggi, turismo, scambi culturali e commerciali.
-Potenziale attrazione di investimenti stranieri o partenariati economici tramite il network della rappresentanza consolare.
-Rafforzamento della comunità straniera residente nel territorio, che si sente più tutelata e integrata.
-Supporto alla politica estera locale, nei limiti del possibile, con strumenti “soft” di diplomazia economica e culturale.
Ora, se tutto questo fosse conosciuto dalle istituzioni anche locali spesso poco coinvolgenti, sicuramente i rapporti avrebbero un senso differente.

Se a tutto questo, prosegue Galanti, venisse considerata e conosciuta l’esistenza operativa dei Corpi Consolari, viene da chiedersi: quanti più rapporti di scambio a tutti i livelli, quanto turismo in più, quante possibilità di cooperazione in più?
La risposta la lascio a chi dovrebbe avere maggiori attenzioni e considerazioni”.

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