Ascoli, Il direttore del servizio per le dipendenze patologiche Marco Quercia è andato in pensione dopo 33 anni di lavoro
Dopo 33 anni di servizio è andato in pensione, da ieri primo settembre, il direttore del Servizio territoriale per le dipendenze patologiche (ex Sert e oggi Stdp) del distretto di Ascoli, sito nell’area dell’ospedale ‘Mazzoni’, Marco Quercia.
L’ormai ex primario è arrivato al nosocomio ascolano, in seguito a pubblica selezione, nel 1991, e dunque immediatamente a ridosso della Legge che ha introdotto a livello nazionale il Servizio per il quale Quercia ha contribuito al suo avvio al ‘Mazzoni’ ed è stato direttore dal 2000 fino al 31 agosto 2024.
Nel corso di tutti questi anni sono stati tanti i progetti innovati e collaterali all’attività del Sert promossi e avviati da Marco Quercia, divenuto nel tempo figura di riferimento, insieme alla sua équipe, per i circa 600 pazienti, e per le loro famiglie, che annualmente accedono al Servizio per le dipendenze patologiche. Con il pensionamento di Marco Quercia l’Azienda sanitaria territoriale di Ascoli dovrà fare a meno, dunque, d’ora in avanti, di un professionista valido, ma che soprattutto ha sempre svolto il suo lavoro con grande dedizione e con grande senso di appartenenza.
“Mi mancherà tutto del mio lavoro – dice Quercia -, a cominciare dall’idea di rappresentare un Servizio che prima del mio arrivo non esisteva e che ora, invece, non solo esiste, ma è anche importante, riconoscibile, accogliente e apprezzato, e dove i pazienti non provano più vergogna nel doverne usufruire. Lascio, dunque, con grande soddisfazione per quello che è diventato il Servizio da quando è stato aperto fino ad oggi”.
“Ringrazio il dottor Quercia – dice il direttore generale dell’Ast di Ascoli, Nicoletta Natalini – per il lavoro che ha svolto, con grande professionalità e dedizione, in tutti questi anni in un Servizio delicato, per il tipo di utenza che cura, come quello per le dipendenze patologiche. Un Servizio che negli anni è cresciuto molto grazie anche al suo impegno e a quello dei suoi collaboratori che, sono sicura, proseguiranno nella strada intrapresa forti del bagaglio di conoscenze e esperienza lasciato loro in eredità dal dottor Quercia. Ho avuto un anno a disposizione, dal mio arrivo, per conoscerlo, ma nonostante il tempo a nostra disposizione per collaborare reciprocamente non sia stato lunghissimo, ha guadagnato fin da subito la mia stima”.