Ascoli Calcio, contro il Modena ennesimo pareggio e tutto ora è più complicato
Ennesimo pareggio a reti bianche per l’Ascoli, che ospita il Modena al Cino e Lillo Del Duca nel match valevole per la trentaquattresima giornata di serie BKT.
La squadra di Carrera torna a giocare davanti al suo pubblico dopo un’altra settimana piena di polemiche e critiche nei confronti dell’atteggiamento dei bianconeri al Pier Cesare Tombolato di Cittadella. Situazione quasi analoga per i gialloblù, sempre più invischiati nella lotta per non retrocedere e reduci da sette giorni turbolenti che hanno condotto all’esonero di Bianco, sostituito da Pierpaolo Bisoli, un decano della categoria.
Ascoli che scende in campo con il consueto 3-5-2 che vede Vasquez tra i pali, linea di difesa a tre composta da Väisänen, Mantovani e Quaranta, a centrocampo Masini, Giovane e Di Tacchio (capitano di giornata) in mediana, con Falzerano e Zedadka rispettivamente sulla corsia di destra e di sinistra, per concludere con Nestorovski e P. Rodriguez terminali offensivi.
Partono subito fortissimo i canarini con Tremolada che dopo quarantacinque secondi di gara innesca in profondità Strizzolo che chiude con il destro sul primo palo, ma è attentissimo Vasquez a mettere in corner. Proprio sugli sviluppi del calcio d’angolo altro spauracchio per i padroni di casa, con la retroguardia che libera faticosamente l’area di rigore due volte dopo una serie di rimpalli sulla linea di porta e un insidioso controcross dalla destra di Gliozzi.
L’Ascoli tenta di affacciarsi nella metà campo avversaria prima con una sgasata di Giovane che però commette fallo su Battistella senza riuscire a varcare le soglie dell’area gialloblù, poi con una punizione guadagnata da Nestorovskij e deviata in angolo qualche minuto dopo. Primo tempo piuttosto ruvido e teso dove sono i bianconeri che cercano di tenere il pallino del gioco, soprattutto tessendo trame sulla sinistra con Zedadka e Giovane, ma è il Modena a creare di più, prima con Gliozzi su servizio di Tremolada e poi con Battistella che scippa il pallone dai piedi di Di Tacchio, dopo l’errore su disimpegno di Väisänen, ma trova la risposta sicura di Vasquez.
Superata la mezz’ora di prima frazione prova da fuori capitan Di Tacchio, fasciato in testa dopo un brutto contrasto, senza impensierire Gagno. La sliding door più nitida dell’incontro si presenta allo scadere dei primi quarantacinque di gioco con Zedadka che viene atterrato in area da Riccio dopo un cross del tutto fuori misura di Falzerano. Il direttore di gara Ayroldi indica il dischetto. Si presenta Nestorovskij dagli undici metri ma è bravo Gagno ad ipnotizzarlo ed intercettare a mano aperta il penalty diretto alla sua sinistra. Grande delusione sul volto del macedone.
Il secondo tempo regala molte meno emozioni del primo, con l’Ascoli che lascia spazio di manovra e gestione al Modena, senza mordente e quasi temendo di scoprirsi troppo. Ci prova Giovane attorno all’ora di gara con un tiro che sorvola di molto la porta di Gagno. Poi Bisoli cambia assetto tattico e inserisce il giovane Bozhanaj, classe 2001. Impatta subito sul match l’esterno albanese, prima penetrando pericolosamente in area, con tutta la panchina modenese a reclamare calcio di rigore su un presunto contatto con Masini, poi con un gran destro da fuori su cui Vasquez deve fare gli straordinari allungando sopra la traversa con la mano di richiamo.
Sul finale mister Carrera decide di inserire Streng e Celia a posto di Falzerano e Pablo Rodriguez, dopo aver cambiato anche Nestorovski, Giovane e Väisänen con Duris, Caligara e Bellusci. Il colpo di testa su corner di Zaro bloccato a terra da Vasquez è l’ultimo squillo della partita.
A quattro giornate dalla fine l’Ascoli rimane in piena zona retrocessione, a una lunghezza dallo Spezia, che però deve giocare, e a due dal Bari, con due scontri diretti da disputare a cominciare dalla trasferta al Liberati di Terni di sabato prossimo.
La matematica ancora non condanna i bianconeri, ma la sensazione è che sia assolutamente necessario alzare l’asticella per mantenere la categoria e i proclami fatti fino ad oggi non sembrano per adesso aver trovato effettiva concretizzazione.
A preoccupare è soprattutto la mancanza di identità e leadership sul rettangolo verde, oltre all’annoso problema di segnare che, da quando è infortunato Pedro Mendes, è divenuto una costante. Dunque, come diceva il grande poeta italiano Alessandro Manzoni, “ai posteri l’ardua sentenza”.
Stefano Cimica